Gio’ Pomodoro: opere in poliestere
La galleria Secci è lieta di annunciare la retrospettiva di Gio’ Pomodoro a Milano, che inaugurerà presso la sede di Via Olmetto 1, il 14 aprile 2023. La mostra, curata da Rossella Farinotti, sarà visitabile fino al 29 luglio 2023. Si tratta del secondo progetto in collaborazione con l’Archivio Gio’ Pomodoro, dopo la mostra autunnale di Firenze. Con l’occasione la galleria è onorata di rinnovare l’impegno a rilanciare la presenza della figura dell’artista sulla scena italiana e internazionale attraverso la conoscenza, diffusione e tutela dell’opera del maestro. Il progetto porta alla luce la ricerca su nuovi materiali tra cui il poliestere. La mostra in galleria sarà focalizzata su un corpus di opere circoscritto tra il 1957 e il 1970.
Dalla materia graffiata, tagliata, composta e concepita manualmente e fusa in bronzo, c’è un passaggio importante che durerà per tutti gli anni settanta. Superfici plastiche in tensione – considerate quasi avanguardistiche alla fine degli anni cinquanta, più d’uso comune verso i settanta – più fredde e vivaci, sulle quali sperimentare forme e colori. Ecco che Gio’ inizia a produrre grandi e piccole sculture in poliestere nero, rosso, giallo, verde o bianco.
Seguirà all’opening una festa in galleria con rinfresco e musica dal vivo dei Superpop, una band specializzata in musica anni ‘70/’80, nata dal progetto di Alberto Bazzoli e Gianni D’Amato, entrambi musicisti e compositori.
Gio’ Pomodoro nasce nel 1930 a Orciano di Pesaro. Nel 1954 si trasferisce con la famiglia a Milano.
Qui espone insieme al fratello Arnaldo alla Galleria del Naviglio. Nel 1956 è invitato per la prima volta alla Biennale di Venezia, dove presenta i lavori eseguiti a partire dal 1954: gli argenti fusi su osso di seppia dedicati al poeta Ezra Pound. Inizia a collaborare con la rivista “Il Gesto” e partecipa alle mostre del gruppo “Continuità” con il fratello, Fontana, Dorazio, Novelli, Perilli, Tancredi e Turcato. Nel 1958 la personale alla Galleria del Naviglio viene presentata da Gio Ponti. In questo periodo si stacca dal gruppo che si organizza intorno alla rivista “Il Gesto” e inizia la serie Fluidità contrapposta che espone a Documenta II a Kassel nel 1959. Dal 1958 lavora alle Superfici in Tensione con cui vince il premio per la scultura, insieme ad Anthony Caro, alla prima Biennale per Giovani Artisti a Parigi nel 1959. Nel 1961 tiene un’importante mostra alla Galerie Internationale di Parigi e nel 1962 espone alla Galleria Blu di Milano e alla XXXI Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1964 la Tate Gallery di Londra acquista l’opera One. L’artista realizza alcune grandi opere della serie Folle e dal 1965 inizia a lavorare ai Radiali e ai Quadrati. Nel biennio 1966-67, dopo i viaggi negli Stati Uniti, esegue Black Liberator, dedicato ai “neri” d’America.
D’ora in poi, per i successivi dieci anni, Gio’ predilige la pietra e il marmo, e trasforma le tensioni in torsioni. Inizia la serie degli Archi, dei Soli, dei Contatti, che realizza nello studio di Querceta, in Versilia. Nel 1974 i nuovi cicli sono esposti alla Galleria del Naviglio di Milano e alla prima antologica alla Loggetta Lombardesca di Ravenna, cui seguono due anni più tardi le personali al Castello dell’Imperatore di Prato e al Musée d’Ixelles di Bruxelles. Nel 1977 realizza la prima grande opera pubblica, Piano d’uso collettivo, nata da un progetto condiviso con gli abitanti di Ales in Sardegna e dedicata ad Antonio Gramsci. Nel 1978 realizza le scenografie dell’opera di Verdi “La forza del destino”, rappresentata all’Arena di Verona e allestisce una sala personale alla Biennale di Venezia. Nel 1979 inizia la progettazione dell’opera monumentale Teatro del Sole – 21 Giugno, Solstizio d’Estate, una piazza-fontana dedicata a Goethe per la città di Francoforte.
Nel 1980 progetta la scenografia per il “Flauto magico” di Mozart messo in scena alla Fenice di Venezia. Nel 1984 è nuovamente presente alla XLI Biennale e si inaugura a Pisa un’antologica nelle sale di Palazzo Lanfranchi. Dallo studio dei testi di Károly Kerényi sul mito e la religione greca, nasce il ciclo di Hermes, presentato nel Palazzo Civico di Lugano nel 1985. Nello stesso anno, nella villa La Favorita, a Lugano, è installata l’opera Montefeltro, i passi e il volgersi. Nel 1989 l’artista presenta un’importante personale alla Rotonda della Besana di Milano a cura di Guido Ballo. Nello stesso anno in piazza Adriano, a Torino, è collocato il bronzo Sole Aerospazio.
Nel 1991 a Taino, sul Lago Maggiore, si inaugura il complesso monumentale Luogo dei Quattro Punti Cardinali. Nel 1993 la Genia Schreiber University Art Gallery di Tel Aviv ospita una personale dello scultore e l’opera Scala Solare – Omaggio a Keplero è collocata davanti all’università. Nel 1994 è invitato a partecipare alla mostra “The Italian Metamorphosis, 1945-1968” al Guggenheim Museum di New York. Nel 1995 espone le sue opere più significative in Inghilterra allo Yorkshire Sculpture Park e nel 1996 presenta sculture e grandi acquerelli a Palazzo Vecchio a Firenze. Come ospite d’onore partecipa alla VII Biennale del Cairo nel 1998, e a Genova nel 2001 inaugura l’opera Sole – agli Italiani nel mondo sul Molo dei Mille.
Nel 2002 Gio’ Pomodoro riceve il premio alla carriera Lifetime Achievement Award in Contemporary Sculpture. Muore a Milano nel dicembre dello stesso anno.
Negli anni successivi vengono inaugurate alcune importanti opere pubbliche ideate dallo scultore per la collettività: nel 2003 Vela a Sestri Levante; nel 2004 a Orciano di Pesaro la piazza da lui progettata nel 1986 e Sole deposto; sempre nel 2004 gli eredi donano La figlia del sole alla città di Forte dei Marmi, infine, nel 2005 Frammento di vuoto a Carbonia. Nel 2018 la Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale di Urbino apre, per la prima volta, le porte del museo al contemporaneo con la mostra Gio’ Pomodoro – panta rei.
La galleria Secci è lieta di annunciare la retrospettiva di Gio’ Pomodoro a Milano, che inaugurerà presso la sede di Via Olmetto 1, il 14 aprile 2023. La mostra, curata da Rossella Farinotti, sarà visitabile fino al 29 luglio 2023. Si tratta del secondo progetto in collaborazione con l’Archivio Gio’ Pomodoro, dopo la mostra autunnale di Firenze. Con l’occasione la galleria è onorata di rinnovare l’impegno a rilanciare la presenza della figura dell’artista sulla scena italiana e internazionale attraverso la conoscenza, diffusione e tutela dell’opera del maestro. Il progetto porta alla luce la ricerca su nuovi materiali tra cui il poliestere. La mostra in galleria sarà focalizzata su un corpus di opere circoscritto tra il 1957 e il 1970.
Dalla materia graffiata, tagliata, composta e concepita manualmente e fusa in bronzo, c’è un passaggio importante che durerà per tutti gli anni settanta. Superfici plastiche in tensione – considerate quasi avanguardistiche alla fine degli anni cinquanta, più d’uso comune verso i settanta – più fredde e vivaci, sulle quali sperimentare forme e colori. Ecco che Gio’ inizia a produrre grandi e piccole sculture in poliestere nero, rosso, giallo, verde o bianco.
Seguirà all’opening una festa in galleria con rinfresco e musica dal vivo dei Superpop, una band specializzata in musica anni ‘70/’80, nata dal progetto di Alberto Bazzoli e Gianni D’Amato, entrambi musicisti e compositori.
Gio’ Pomodoro nasce nel 1930 a Orciano di Pesaro. Nel 1954 si trasferisce con la famiglia a Milano.
Qui espone insieme al fratello Arnaldo alla Galleria del Naviglio. Nel 1956 è invitato per la prima volta alla Biennale di Venezia, dove presenta i lavori eseguiti a partire dal 1954: gli argenti fusi su osso di seppia dedicati al poeta Ezra Pound. Inizia a collaborare con la rivista “Il Gesto” e partecipa alle mostre del gruppo “Continuità” con il fratello, Fontana, Dorazio, Novelli, Perilli, Tancredi e Turcato. Nel 1958 la personale alla Galleria del Naviglio viene presentata da Gio Ponti. In questo periodo si stacca dal gruppo che si organizza intorno alla rivista “Il Gesto” e inizia la serie Fluidità contrapposta che espone a Documenta II a Kassel nel 1959. Dal 1958 lavora alle Superfici in Tensione con cui vince il premio per la scultura, insieme ad Anthony Caro, alla prima Biennale per Giovani Artisti a Parigi nel 1959. Nel 1961 tiene un’importante mostra alla Galerie Internationale di Parigi e nel 1962 espone alla Galleria Blu di Milano e alla XXXI Biennale di Venezia con una sala personale. Nel 1964 la Tate Gallery di Londra acquista l’opera One. L’artista realizza alcune grandi opere della serie Folle e dal 1965 inizia a lavorare ai Radiali e ai Quadrati. Nel biennio 1966-67, dopo i viaggi negli Stati Uniti, esegue Black Liberator, dedicato ai “neri” d’America.
D’ora in poi, per i successivi dieci anni, Gio’ predilige la pietra e il marmo, e trasforma le tensioni in torsioni. Inizia la serie degli Archi, dei Soli, dei Contatti, che realizza nello studio di Querceta, in Versilia. Nel 1974 i nuovi cicli sono esposti alla Galleria del Naviglio di Milano e alla prima antologica alla Loggetta Lombardesca di Ravenna, cui seguono due anni più tardi le personali al Castello dell’Imperatore di Prato e al Musée d’Ixelles di Bruxelles. Nel 1977 realizza la prima grande opera pubblica, Piano d’uso collettivo, nata da un progetto condiviso con gli abitanti di Ales in Sardegna e dedicata ad Antonio Gramsci. Nel 1978 realizza le scenografie dell’opera di Verdi “La forza del destino”, rappresentata all’Arena di Verona e allestisce una sala personale alla Biennale di Venezia. Nel 1979 inizia la progettazione dell’opera monumentale Teatro del Sole – 21 Giugno, Solstizio d’Estate, una piazza-fontana dedicata a Goethe per la città di Francoforte.
Nel 1980 progetta la scenografia per il “Flauto magico” di Mozart messo in scena alla Fenice di Venezia. Nel 1984 è nuovamente presente alla XLI Biennale e si inaugura a Pisa un’antologica nelle sale di Palazzo Lanfranchi. Dallo studio dei testi di Károly Kerényi sul mito e la religione greca, nasce il ciclo di Hermes, presentato nel Palazzo Civico di Lugano nel 1985. Nello stesso anno, nella villa La Favorita, a Lugano, è installata l’opera Montefeltro, i passi e il volgersi. Nel 1989 l’artista presenta un’importante personale alla Rotonda della Besana di Milano a cura di Guido Ballo. Nello stesso anno in piazza Adriano, a Torino, è collocato il bronzo Sole Aerospazio.
Nel 1991 a Taino, sul Lago Maggiore, si inaugura il complesso monumentale Luogo dei Quattro Punti Cardinali. Nel 1993 la Genia Schreiber University Art Gallery di Tel Aviv ospita una personale dello scultore e l’opera Scala Solare – Omaggio a Keplero è collocata davanti all’università. Nel 1994 è invitato a partecipare alla mostra “The Italian Metamorphosis, 1945-1968” al Guggenheim Museum di New York. Nel 1995 espone le sue opere più significative in Inghilterra allo Yorkshire Sculpture Park e nel 1996 presenta sculture e grandi acquerelli a Palazzo Vecchio a Firenze. Come ospite d’onore partecipa alla VII Biennale del Cairo nel 1998, e a Genova nel 2001 inaugura l’opera Sole – agli Italiani nel mondo sul Molo dei Mille.
Nel 2002 Gio’ Pomodoro riceve il premio alla carriera Lifetime Achievement Award in Contemporary Sculpture. Muore a Milano nel dicembre dello stesso anno.
Negli anni successivi vengono inaugurate alcune importanti opere pubbliche ideate dallo scultore per la collettività: nel 2003 Vela a Sestri Levante; nel 2004 a Orciano di Pesaro la piazza da lui progettata nel 1986 e Sole deposto; sempre nel 2004 gli eredi donano La figlia del sole alla città di Forte dei Marmi, infine, nel 2005 Frammento di vuoto a Carbonia. Nel 2018 la Galleria Nazionale delle Marche, Palazzo Ducale di Urbino apre, per la prima volta, le porte del museo al contemporaneo con la mostra Gio’ Pomodoro – panta rei.
- 1968
unique piece, not signed
Glass fibre, black polyester
180 x 400 x 120 cm
157 1/2 x 47 1/4 in - Gio’ Pomodoro, Opere in poliestere-47959
Glass fibre and yellow polyester
386 x 115 x 1 cm
152 x 45 1/4 x 3/8 in - Gio’ Pomodoro, Opere in poliestere-51964
Red polyester
36 x 33 x 36 cm
14 1/8 x 13 x 14 1/8 in - Gio’ Pomodoro, Opere in poliestere-61C1959
Red and black Polyvinyl on plywood
51.5 x 51.5 cm
20 1/4 x 20 1/4 in - Gio’ Pomodoro, Opere in poliestere-221966
unique piece, not signed
Glass fibre, black polyester
height 204 cm (diameter)
height 80 1/4 in - Gio’ Pomodoro, Opere in poliestere-60C1959
Polyvinyl on plywood
51.5 x 51.5 cm
20 1/4 x 20 1/4 in