Informazioni sulla mostra

La galleria Eduardo Secci è lieta di inaugurare giovedì 9 settembre 2021 (dalle ore 16.00 alle 20.00), negli spazi espositivi di Firenze (Piazza Carlo Goldoni 2), la mostra “Le contraddizioni della fragilità” a cura di Angel Moya Garcia. Sino al 6 novembre, la collettiva presenta le opere di Diana Al-Hadid, Alejandro Almanza Pereda, Andrea Galvani, José Carlos Martinat e Matthew Ritchie.

L’ambito di indagine della mostra si incentra sulle varie declinazioni in cui emerge il concetto stesso di fragilità, scrutando le contraddizioni che possono celarsi nella sua definizione attraverso l’analisi di alcuni tra i diversi contesti in cui viene applicato il termine: sociali, culturali, economici, scientifici e filosofici. Una serie di accezioni e interpretazioni in cui spesso la fragilità viene considerata come una qualità spregiativa che ci indirizza verso il dubbio e l’incertezza, il fallimento e la sua accettazione o la debolezza delle nostre convinzioni. Questo atavico e ipotetico antagonismo, causato da una netta opposizione tra fragilità e stabilità, viene messo in discussione nella mostra attraverso l’evidenza della superficialità di certe considerazioni categoriche e i pregiudizi dei nostri principi nel rincorrere un’obiettività assoluta che ci consenta di raggiungere una solidità emotiva, cognitiva e identitaria definitiva.

La galleria Eduardo Secci è lieta di inaugurare giovedì 9 settembre 2021 (dalle ore 16.00 alle 20.00), negli spazi espositivi di Firenze (Piazza Carlo Goldoni 2), la mostra “Le contraddizioni della fragilità” a cura di Angel Moya Garcia. Sino al 6 novembre, la collettiva presenta le opere di Diana Al-Hadid, Alejandro Almanza Pereda, Andrea Galvani, José Carlos Martinat e Matthew Ritchie.

L’ambito di indagine della mostra si incentra sulle varie declinazioni in cui emerge il concetto stesso di fragilità, scrutando le contraddizioni che possono celarsi nella sua definizione attraverso l’analisi di alcuni tra i diversi contesti in cui viene applicato il termine: sociali, culturali, economici, scientifici e filosofici. Una serie di accezioni e interpretazioni in cui spesso la fragilità viene considerata come una qualità spregiativa che ci indirizza verso il dubbio e l’incertezza, il fallimento e la sua accettazione o la debolezza delle nostre convinzioni. Questo atavico e ipotetico antagonismo, causato da una netta opposizione tra fragilità e stabilità, viene messo in discussione nella mostra attraverso l’evidenza della superficialità di certe considerazioni categoriche e i pregiudizi dei nostri principi nel rincorrere un’obiettività assoluta che ci consenta di raggiungere una solidità emotiva, cognitiva e identitaria definitiva.

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