ARCO

Stand 9C17
Eduardo Secci è lieta di partecipare all’edizione 2021 di ARCO Madrid. Per l’occasione la Galleria presenta una selezione di artisti rappresentati, nuove collaborazioni e le opere di alcuni grandi maestri. I seguenti artisti saranno esposti in fiera presso lo stand 9C17: Kevin Francis Gray, Levi van Veluw, Stanley Casselman, Radu Oreian, Alfredo Pirri, Richard Dupont, Georges Mathieu e Christo.
Stand 9C17
Eduardo Secci è lieta di partecipare all’edizione 2021 di ARCO Madrid. Per l’occasione la Galleria presenta una selezione di artisti rappresentati, nuove collaborazioni e le opere di alcuni grandi maestri. I seguenti artisti saranno esposti in fiera presso lo stand 9C17: Kevin Francis Gray, Levi van Veluw, Stanley Casselman, Radu Oreian, Alfredo Pirri, Richard Dupont, Georges Mathieu e Christo.
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- Stanley Casselman, Schermata 2022-12-14 alle 12.00.44
- Levi van Veluw, Schermata 2022-12-14 alle 12.03.28
- Kevin Francis Gray, Schermata 2022-12-14 alle 12.04.43
Kevin Francis Gray, nato nel 1972 in Irlanda del Nord, vive e lavora tra Londra e l’Italia.
Kevin Francis Gray ha generato un corpo di lavoro che affronta la complessa relazione tra astrazione e figurazione. La sua ricerca artistica si basa sull’intersezione tra tecniche di scultura tradizionale e vita contemporanea. Anziché lavorare verso ideali di bellezza o di memoria, Gray si focalizza sugli effetti psicologici dei suoi soggetti, spesso sfruttando superfici materiche per esprimere stati mentali, posture facciali o corporee. Dopo dieci anni dedicati alla lavorazione del marmo, i nuovi lavori di Gray cercano di spingere la pratica scultorea dell’artista verso nuovi territori di espressione fisica e psicologica.
Si è laureato presso il National College of Art & Design di Dublino (1995) e presso la School of Art Institute di Chicago (1996), per poi proseguire con un Master in Belle Arti presso il Goldsmiths College di Londra. Lavora a stretto contatto con lo studio di marmo Giannoni, a Pietrasanta, noto per l’impiego di tecniche scultorie risalenti a Canova e Michelangelo. Le sue opere hanno fatto parte di mostre presso la Royal Academy, Londra, UK; il Sudeley Castle, Winchcombe, Gloucestershire, UK; il Museum of Contemporary Art della Val de- Marne, Parigi, Francia; il Nieuw Dakota, Amsterdam; il Palazzo Arti Napoli, Napoli, Italia; il Musee d’Art Moderne, Saint-Etienne, Francia; l’ARTIUM, Centro-Museo Vasco de Arte Contemporáneo, Vitoria-Gasteiz, Spagna; il Tel-Aviv Museum of Art, Tel Aviv, Israele; e l’Art Space, New York, USA.
Kevin Francis Gray, nato nel 1972 in Irlanda del Nord, vive e lavora tra Londra e l’Italia.
Kevin Francis Gray ha generato un corpo di lavoro che affronta la complessa relazione tra astrazione e figurazione. La sua ricerca artistica si basa sull’intersezione tra tecniche di scultura tradizionale e vita contemporanea. Anziché lavorare verso ideali di bellezza o di memoria, Gray si focalizza sugli effetti psicologici dei suoi soggetti, spesso sfruttando superfici materiche per esprimere stati mentali, posture facciali o corporee. Dopo dieci anni dedicati alla lavorazione del marmo, i nuovi lavori di Gray cercano di spingere la pratica scultorea dell’artista verso nuovi territori di espressione fisica e psicologica.
Si è laureato presso il National College of Art & Design di Dublino (1995) e presso la School of Art Institute di Chicago (1996), per poi proseguire con un Master in Belle Arti presso il Goldsmiths College di Londra. Lavora a stretto contatto con lo studio di marmo Giannoni, a Pietrasanta, noto per l’impiego di tecniche scultorie risalenti a Canova e Michelangelo. Le sue opere hanno fatto parte di mostre presso la Royal Academy, Londra, UK; il Sudeley Castle, Winchcombe, Gloucestershire, UK; il Museum of Contemporary Art della Val de- Marne, Parigi, Francia; il Nieuw Dakota, Amsterdam; il Palazzo Arti Napoli, Napoli, Italia; il Musee d’Art Moderne, Saint-Etienne, Francia; l’ARTIUM, Centro-Museo Vasco de Arte Contemporáneo, Vitoria-Gasteiz, Spagna; il Tel-Aviv Museum of Art, Tel Aviv, Israele; e l’Art Space, New York, USA.

Levi van Veluw, nato nel 1985 a Hoevelaken (Paesi Bassi), vive e lavora ad Amsterdam. Dopo gli studi all’ArtEZ University of the Arts ad Arnhem (2007) concepisce lavori multidisciplinari, che includono installazioni scenografiche, fotografie, video, sculture e disegni. Van Veluw basa la sua pratica sull’idea di una realtà alternativa, creando un laboratorio visivo in cui sono presenti sia l’ordine che il caos. L’artista indaga la relatività della materia e attinge a teorie scientifiche e fisiche per affrontare dilemmi esistenziali. Le sue installazioni misteriose e sensoriali incoraggiano l’osservatore a riflettere sullo sviluppo di una nuova conoscenza, derivante dal desiderio di un universo regolato, pur riconoscendo l’impossibilità razionale del controllo totale.
Tra le sue mostre personali più recenti ricordiamo: Videocittà, Roma (2021); Eduardo Secci, Firenze (2020); Rijksmuseum Twenthe, Enschede, Paesi Bassi (2020); Praz-Delavallade, Parigi (2020); Het HEM, Zaandam, Paesi Bassi (2020); Tenuta Dello Scompiglio, Lucca (2019); Domaine de Kerguéhennec, Bignan, Francia (2018); La Galerie Particulière, Parigi (2017); Galerie Ron Mandos, Amsterdam (2019); Rosenfeld Porcini Gallery, Londra (2016). Tra le numerose mostre collettive: Museum Kranenburgh, Bergen, Paesi Bassi (2017); labellisée Normandie Impressonniste 2016, Jumièges, Francia; Museum de Fundatie, Zwolle, Paesi Bassi (2016); Maddox Arts, Londra (2015).
Van Veluw ha inoltre preso parte a importanti fiere internazionali come Zona Maco (2018); The Armory Show, New York (2017); Art Brussels (2016); Chicago Art Fair (2016); Volta Basel (2012) e the Barcelona Loop Fair Barcelona (2014).
Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, come BoLe sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, come Borusan Contemporary Collection, Caldic Collection, Ekard Collection e KPMG Art Collection.
Levi van Veluw, nato nel 1985 a Hoevelaken (Paesi Bassi), vive e lavora ad Amsterdam. Dopo gli studi all’ArtEZ University of the Arts ad Arnhem (2007) concepisce lavori multidisciplinari, che includono installazioni scenografiche, fotografie, video, sculture e disegni. Van Veluw basa la sua pratica sull’idea di una realtà alternativa, creando un laboratorio visivo in cui sono presenti sia l’ordine che il caos. L’artista indaga la relatività della materia e attinge a teorie scientifiche e fisiche per affrontare dilemmi esistenziali. Le sue installazioni misteriose e sensoriali incoraggiano l’osservatore a riflettere sullo sviluppo di una nuova conoscenza, derivante dal desiderio di un universo regolato, pur riconoscendo l’impossibilità razionale del controllo totale.
Tra le sue mostre personali più recenti ricordiamo: Videocittà, Roma (2021); Eduardo Secci, Firenze (2020); Rijksmuseum Twenthe, Enschede, Paesi Bassi (2020); Praz-Delavallade, Parigi (2020); Het HEM, Zaandam, Paesi Bassi (2020); Tenuta Dello Scompiglio, Lucca (2019); Domaine de Kerguéhennec, Bignan, Francia (2018); La Galerie Particulière, Parigi (2017); Galerie Ron Mandos, Amsterdam (2019); Rosenfeld Porcini Gallery, Londra (2016). Tra le numerose mostre collettive: Museum Kranenburgh, Bergen, Paesi Bassi (2017); labellisée Normandie Impressonniste 2016, Jumièges, Francia; Museum de Fundatie, Zwolle, Paesi Bassi (2016); Maddox Arts, Londra (2015).
Van Veluw ha inoltre preso parte a importanti fiere internazionali come Zona Maco (2018); The Armory Show, New York (2017); Art Brussels (2016); Chicago Art Fair (2016); Volta Basel (2012) e the Barcelona Loop Fair Barcelona (2014).
Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, come BoLe sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, come Borusan Contemporary Collection, Caldic Collection, Ekard Collection e KPMG Art Collection.

Richard Dupont è nato a New York nel 1968, dove vive e lavora.
La poliedrica pratica artistica di Dupont comprende installazioni, sculture, disegni, rilievi, animazioni e stampe. Il lavoro di Dupont trae ispirazione da una varietà di temi e riferimenti e utilizza il Postdigital in relazione alla storia della scultura e ai movimenti quali Body art, Process art e Systems art degli anni ’60 e ’70. Il suo lavoro, infatti, trae ispirazione da una varietà di temi e riferimenti, ed è stato descritto come “post-digitale” e “post-internet”. Tuttavia, egli utilizza modelli digitali 3D di corpi e oggetti piuttosto che le cose stesse. Dupont ha fatto scansionare il suo corpo in una struttura della General Dynamics nella Base Aerea di The Wright Patterson nel 2004, e da allora ha lavorato a queste immagini, tradotte in due e tre dimensioni. Un interesse per le implicazioni delle tecnologie biometriche è alla base di gran parte del suo lavoro.
Interessato al modo in cui esaminiamo noi stessi, Dupont vede le sue riproduzioni della figura umana come un modo per evidenziare l’idea di “auto-sorveglianza” e per notare il modo in cui mappiamo le nostre vite accumulando dettagli.
Le sue mostre personali più recenti includono: Richard Dupont Show, ARC Fine Art LLC, New York (2021), Biometries, Heads and Islands, ARC Fine Art LLC, New York (2021), Solo project, Untitled Miami (2019),
Fictions #1, Eduardo Secci Contemporary, Firenze (2018); Tracy Williams, Ltd., New York (2015); Object Ritual (Offsite), Queens Museum at Bulova Corporate Center, New York (2014); Eduardo Secci Contemporary, Firenze (2014); Tracy Williams, Ltd., New York (2013); Carolina Nitsch Project Room, MC Gallery, Seoul (2011); Progetto indipendente per The Armory Show, New York (2009); Lever House, New York (2008); Hudson Valley Center for Contemporary Art (HVCCA), Peekskill (2008); Tracy Williams, Ltd., New York (2007); Art Positions, Solo Project, Art Basel Miami, Miami (2005).
Ha esposto le sue opere in recenti mostre collettive in numerose Gallerie ed Istituzioni come: Galleria Planthouse, New York (2017,2018); Centro d’Arte Southampton, New York (2017); Museum of Contemporary Art San Diego (2016); Planthouse Gallery, New York (2016); New York Academy of Art, New York (2015); Museum of Arts and Design, New York (2013); Galleria d’Arte Memorial, Rochester2013); The Richard Massey Foundation for the Arts and Sciences, New York (2013); Carolina Nitsch Project Room, New York (2012): The Flag Art Foundation, New York (2010); Charest Weinberg Gallery, Miami (2010); International Print Center, New York (2009); New Prints Autumn 2007, International Print Center, New York (2008); Six Degrees of Separation, Stux Gallery, New York (2006); Center Gallery at FAU, Boca Raton (2004); Space 101, Brooklyn, New York (2003).
Richard Dupont è nato a New York nel 1968, dove vive e lavora.
La poliedrica pratica artistica di Dupont comprende installazioni, sculture, disegni, rilievi, animazioni e stampe. Il lavoro di Dupont trae ispirazione da una varietà di temi e riferimenti e utilizza il Postdigital in relazione alla storia della scultura e ai movimenti quali Body art, Process art e Systems art degli anni ’60 e ’70. Il suo lavoro, infatti, trae ispirazione da una varietà di temi e riferimenti, ed è stato descritto come “post-digitale” e “post-internet”. Tuttavia, egli utilizza modelli digitali 3D di corpi e oggetti piuttosto che le cose stesse. Dupont ha fatto scansionare il suo corpo in una struttura della General Dynamics nella Base Aerea di The Wright Patterson nel 2004, e da allora ha lavorato a queste immagini, tradotte in due e tre dimensioni. Un interesse per le implicazioni delle tecnologie biometriche è alla base di gran parte del suo lavoro.
Interessato al modo in cui esaminiamo noi stessi, Dupont vede le sue riproduzioni della figura umana come un modo per evidenziare l’idea di “auto-sorveglianza” e per notare il modo in cui mappiamo le nostre vite accumulando dettagli.
Le sue mostre personali più recenti includono: Richard Dupont Show, ARC Fine Art LLC, New York (2021), Biometries, Heads and Islands, ARC Fine Art LLC, New York (2021), Solo project, Untitled Miami (2019),
Fictions #1, Eduardo Secci Contemporary, Firenze (2018); Tracy Williams, Ltd., New York (2015); Object Ritual (Offsite), Queens Museum at Bulova Corporate Center, New York (2014); Eduardo Secci Contemporary, Firenze (2014); Tracy Williams, Ltd., New York (2013); Carolina Nitsch Project Room, MC Gallery, Seoul (2011); Progetto indipendente per The Armory Show, New York (2009); Lever House, New York (2008); Hudson Valley Center for Contemporary Art (HVCCA), Peekskill (2008); Tracy Williams, Ltd., New York (2007); Art Positions, Solo Project, Art Basel Miami, Miami (2005).
Ha esposto le sue opere in recenti mostre collettive in numerose Gallerie ed Istituzioni come: Galleria Planthouse, New York (2017,2018); Centro d’Arte Southampton, New York (2017); Museum of Contemporary Art San Diego (2016); Planthouse Gallery, New York (2016); New York Academy of Art, New York (2015); Museum of Arts and Design, New York (2013); Galleria d’Arte Memorial, Rochester2013); The Richard Massey Foundation for the Arts and Sciences, New York (2013); Carolina Nitsch Project Room, New York (2012): The Flag Art Foundation, New York (2010); Charest Weinberg Gallery, Miami (2010); International Print Center, New York (2009); New Prints Autumn 2007, International Print Center, New York (2008); Six Degrees of Separation, Stux Gallery, New York (2006); Center Gallery at FAU, Boca Raton (2004); Space 101, Brooklyn, New York (2003).
Alfredo Pirri è nato a Cosenza nel 1957. Vive e lavora a Roma, dove è uno dei più noti artisti attivi. Sempre a Roma ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, prendendo il diploma in pittura.
Il suo lavoro al confine tra pittura e scultura, architettura e installazione s’impone all’attenzione del pubblico internazionale fin dalla metà degli anni ottanta.
La materia, il volume, il colore e lo spazio sono i principali strumenti della sua poetica. L’originalità del suo lavoro risiede nell’utilizzo della pittura come veicolo di luce e della luce come elemento architettonico e spaziale. Lo spazio diventa paesaggio abitato da sculture plastiche in cui la superficie pittorica crea presenze di luce e ombre. L’arte di Alfredo Pirri crea un confronto armonico con l’architettura e tende costantemente alla creazione di un luogo archetipale, spazio abitabile e allo stesso tempo luogo di una funzione pubblica. Alfredo Pirri ha esposto i suoi lavori in numerosi musei e biennali, nazionali e internazionali, tra cui ricordiamo: Eduardo Secci Milano (2021); Castello Maniace, Siracusa (2021); MACRO Testaccio, Roma (2017); Fondazione Nomas, Roma; (2016), Museo Novecento, Firenze (2015); London Design Festival (2015); Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma con l’installazione semi-permanente “Passi” (2012-2016); Palazzo Te, Mantova (2013) e Project Biennial D-0 ARK Underground Konjic, Bosnia Herzegovina (2013), dove “Passi” è in esposizione permanente; Museo Archeologico Nazionale Reggio Calabria, con l’opera “Piazza”, che integra lo spazio museale in modo permanente (2011); Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro (2007); Maison Européenne de la Photographie, Parigi (2006); Biennale dell’Avana (2001); Accademia di Francia a Roma -Villa Medici (2000); MoMa PS1, New York (1999); Walter Gropius Bau, Berlino (1992); Biennale d’Arte di Venezia (1988). Ha collaborato con gli architetti Nicola di Battista (attuale direttore della rivista Domus), Paolo Desideri (ABDR) e Efisio Pitzalis (Studio PROAP) Lisbona. I frutti di queste proficue collaborazioni sono stati esposti in una mostra-studio tenutasi alla British School of Rome nel maggio 2015. Ha insegnato alla Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme, all’Università La Sapienza di Roma, all’Accademia di Belle Arti di Urbino, all’Accademia di Belle Arti di Palermo, ed é attualmente docente di Pittura all’Accademia di Frosinone e Advisor in Visual Art per l’American Academy in Rome. Nel 2015 è scelto da AMACI (associazione musei d’arte contemporanea italiani) come artista guida dell’undicesima giornata del contemporaneo.
Alfredo Pirri è nato a Cosenza nel 1957. Vive e lavora a Roma, dove è uno dei più noti artisti attivi. Sempre a Roma ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, prendendo il diploma in pittura.
Il suo lavoro al confine tra pittura e scultura, architettura e installazione s’impone all’attenzione del pubblico internazionale fin dalla metà degli anni ottanta.
La materia, il volume, il colore e lo spazio sono i principali strumenti della sua poetica. L’originalità del suo lavoro risiede nell’utilizzo della pittura come veicolo di luce e della luce come elemento architettonico e spaziale. Lo spazio diventa paesaggio abitato da sculture plastiche in cui la superficie pittorica crea presenze di luce e ombre. L’arte di Alfredo Pirri crea un confronto armonico con l’architettura e tende costantemente alla creazione di un luogo archetipale, spazio abitabile e allo stesso tempo luogo di una funzione pubblica. Alfredo Pirri ha esposto i suoi lavori in numerosi musei e biennali, nazionali e internazionali, tra cui ricordiamo: Eduardo Secci Milano (2021); Castello Maniace, Siracusa (2021); MACRO Testaccio, Roma (2017); Fondazione Nomas, Roma; (2016), Museo Novecento, Firenze (2015); London Design Festival (2015); Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma con l’installazione semi-permanente “Passi” (2012-2016); Palazzo Te, Mantova (2013) e Project Biennial D-0 ARK Underground Konjic, Bosnia Herzegovina (2013), dove “Passi” è in esposizione permanente; Museo Archeologico Nazionale Reggio Calabria, con l’opera “Piazza”, che integra lo spazio museale in modo permanente (2011); Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro (2007); Maison Européenne de la Photographie, Parigi (2006); Biennale dell’Avana (2001); Accademia di Francia a Roma -Villa Medici (2000); MoMa PS1, New York (1999); Walter Gropius Bau, Berlino (1992); Biennale d’Arte di Venezia (1988). Ha collaborato con gli architetti Nicola di Battista (attuale direttore della rivista Domus), Paolo Desideri (ABDR) e Efisio Pitzalis (Studio PROAP) Lisbona. I frutti di queste proficue collaborazioni sono stati esposti in una mostra-studio tenutasi alla British School of Rome nel maggio 2015. Ha insegnato alla Bezalel Academy of Arts and Design di Gerusalemme, all’Università La Sapienza di Roma, all’Accademia di Belle Arti di Urbino, all’Accademia di Belle Arti di Palermo, ed é attualmente docente di Pittura all’Accademia di Frosinone e Advisor in Visual Art per l’American Academy in Rome. Nel 2015 è scelto da AMACI (associazione musei d’arte contemporanea italiani) come artista guida dell’undicesima giornata del contemporaneo.







- Levi van Veluw



