Investec Cape Town
Stand #D2
Eduardo Secci ha il piacere di annunciare la sua partecipazione a INVESTEC CAPE TOWN 2020, con le opere di Maurizio Donzelli, Michael Staniak e Levi Van Veluw.
Stand #D2
Eduardo Secci ha il piacere di annunciare la sua partecipazione a INVESTEC CAPE TOWN 2020, con le opere di Maurizio Donzelli, Michael Staniak e Levi Van Veluw.
Levi van Veluw, nato nel 1985 a Hoevelaken (Paesi Bassi), vive e lavora ad Amsterdam. Dopo gli studi all’ArtEZ University of the Arts ad Arnhem (2007) concepisce lavori multidisciplinari, che includono installazioni scenografiche, fotografie, video, sculture e disegni. Van Veluw basa la sua pratica sull’idea di una realtà alternativa, creando un laboratorio visivo in cui sono presenti sia l’ordine che il caos. L’artista indaga la relatività della materia e attinge a teorie scientifiche e fisiche per affrontare dilemmi esistenziali. Le sue installazioni misteriose e sensoriali incoraggiano l’osservatore a riflettere sullo sviluppo di una nuova conoscenza, derivante dal desiderio di un universo regolato, pur riconoscendo l’impossibilità razionale del controllo totale.
Tra le sue mostre personali più recenti ricordiamo: Videocittà, Roma (2021); Eduardo Secci, Firenze (2020); Rijksmuseum Twenthe, Enschede, Paesi Bassi (2020); Praz-Delavallade, Parigi (2020); Het HEM, Zaandam, Paesi Bassi (2020); Tenuta Dello Scompiglio, Lucca (2019); Domaine de Kerguéhennec, Bignan, Francia (2018); La Galerie Particulière, Parigi (2017); Galerie Ron Mandos, Amsterdam (2019); Rosenfeld Porcini Gallery, Londra (2016). Tra le numerose mostre collettive: Museum Kranenburgh, Bergen, Paesi Bassi (2017); labellisée Normandie Impressonniste 2016, Jumièges, Francia; Museum de Fundatie, Zwolle, Paesi Bassi (2016); Maddox Arts, Londra (2015).
Van Veluw ha inoltre preso parte a importanti fiere internazionali come Zona Maco (2018); The Armory Show, New York (2017); Art Brussels (2016); Chicago Art Fair (2016); Volta Basel (2012) e the Barcelona Loop Fair Barcelona (2014).
Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, come BoLe sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, come Borusan Contemporary Collection, Caldic Collection, Ekard Collection e KPMG Art Collection.
Levi van Veluw, nato nel 1985 a Hoevelaken (Paesi Bassi), vive e lavora ad Amsterdam. Dopo gli studi all’ArtEZ University of the Arts ad Arnhem (2007) concepisce lavori multidisciplinari, che includono installazioni scenografiche, fotografie, video, sculture e disegni. Van Veluw basa la sua pratica sull’idea di una realtà alternativa, creando un laboratorio visivo in cui sono presenti sia l’ordine che il caos. L’artista indaga la relatività della materia e attinge a teorie scientifiche e fisiche per affrontare dilemmi esistenziali. Le sue installazioni misteriose e sensoriali incoraggiano l’osservatore a riflettere sullo sviluppo di una nuova conoscenza, derivante dal desiderio di un universo regolato, pur riconoscendo l’impossibilità razionale del controllo totale.
Tra le sue mostre personali più recenti ricordiamo: Videocittà, Roma (2021); Eduardo Secci, Firenze (2020); Rijksmuseum Twenthe, Enschede, Paesi Bassi (2020); Praz-Delavallade, Parigi (2020); Het HEM, Zaandam, Paesi Bassi (2020); Tenuta Dello Scompiglio, Lucca (2019); Domaine de Kerguéhennec, Bignan, Francia (2018); La Galerie Particulière, Parigi (2017); Galerie Ron Mandos, Amsterdam (2019); Rosenfeld Porcini Gallery, Londra (2016). Tra le numerose mostre collettive: Museum Kranenburgh, Bergen, Paesi Bassi (2017); labellisée Normandie Impressonniste 2016, Jumièges, Francia; Museum de Fundatie, Zwolle, Paesi Bassi (2016); Maddox Arts, Londra (2015).
Van Veluw ha inoltre preso parte a importanti fiere internazionali come Zona Maco (2018); The Armory Show, New York (2017); Art Brussels (2016); Chicago Art Fair (2016); Volta Basel (2012) e the Barcelona Loop Fair Barcelona (2014).
Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, come BoLe sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, come Borusan Contemporary Collection, Caldic Collection, Ekard Collection e KPMG Art Collection.
Nato a Brescia nel 1958, vive e lavora a Brescia.
Artista intellettuale con una formazione che spazia dalla filosofia all’antropologia, ha sviluppato una ricerca che ha al suo centro il problema dell’immagine intesa come potenziale luogo di concentrazione, migrazione e alterazione della memoria visuale, declinandosi in opere che si sviluppano in cicli distinti e sperimentano materiali e tecniche differenti con la finalità di continuare ad approfondire, e restituire al pubblico un potenziale infinito di suggestioni e rimandi iconici che affondano nelle dinamiche del tempo e della storia e spaziano in geografie anche distanti.
In questo composito atlante di immagini, i Drawings e gli Arazzi, i Mirror e il ciclo degli O, monocromi oro, i Notturni, le Girandole e i Lux Drawing mettono in evidenza la crucialità del pensiero che è retrostante al processo artistico, e riportano al centro della riflessione il principio immaginario del fare, ovvero dell’atto creativo che non si conclude con la restituzione dell’opera al mondo ma continua nella reciprocità tra questa e lo spettatore, in un farsi e disfarsi dell’immagine come dispositivo seducente.
Questi aspetti hanno spinto molti studiosi, intellettuali e critici ad occuparsi del lavoro di Donzelli nel corso degli anni, in occasioni espositive tra le quali le personali: Immaginale, Galleria Massimo Minini, Brescia e L’insieme vuoto, Marignana Arte, Venezia, entrambe nel 2022; In Nuce, Museo Civico Medievale, Bologna, per ARTCITY 2021; Metamorphosis, Villa Olmo, Como, 2021; Thresholds, MAC-Museo di Arte Contemporanea, Lissone, 2020; Diorama, Open Source First Shenzhen Biennale, Luohu Art Museum, Shenzhen, Cina, 2018; Giardini Cosmici, bipersonale con Aldo Grazzi, Palazzo Ducale, Mantova, 2017; Ad Altemps, Nazionale Romano di Palazzo Altemps, Roma, 2015; Metamorfosi, Palazzo Fortuny, Venezia, 2012.
Le collettive: un progetto politico nato da una sua idea e legato alla posizione dell’arte nei due anni della pandemia, GestoZero, itinerante al Museo Santa Giulia, Brescia, Museo del Violino, Cremona, Ex Chiesa di Santa Maria Maddalena, Bergamo, 2020-2021; Intuition, Palazzo Fortuny, Venezia, 2017 e Proportio, Palazzo Fortuny, Venezia, 2015.
L’artista ha tradotto il suo pensiero anche attraverso la docenza, insegnando per sette anni “Teoria della Percezione” e “Psicologia della Forma”, presso l’Accademia NABA di Brescia.
La riflessione teorica è stata negli anni oggetto di diverse pubblicazioni, tra le quali si ricordino: Spettacolo di Niente, 2003, Mazzotta, stampato in occasione della sua omonima mostra presso la Calcografia Nazionale di Roma; Lo Sguardo Del Disegnatore, edizioni l’Obliquo 2002; Metamorfosi, Mousse publishing 2012; Diramante, Bandecchi e Vitali Firenze 2015; La Linea Del Tutto Mousse publishing 2016.
Di lui hanno scritto, tra gli altri: Peter Assmann, Ilaria Bignotti, Bartholomew F. Bland, Paolo Bolpagni, Vito Calabretta, Daniele Capra, Luca Cerizza, Alberto Dambruoso, Daniela Ferretti, Luigi Ficacci, Angela Madesani, Massimo Minini, Mauro Panzera, Roberto Pinto, Francesco Poli, Francesco Tedeschi, Clarissa Tempestini, Valerio Terraroli, Tommaso Trini, Gabriele Salvaterra, Andrea Viliani, Mauro Zanchi.
Le opere di Maurizio Donzelli sono accolte in numerose collezioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero.
Nato a Brescia nel 1958, vive e lavora a Brescia.
Artista intellettuale con una formazione che spazia dalla filosofia all’antropologia, ha sviluppato una ricerca che ha al suo centro il problema dell’immagine intesa come potenziale luogo di concentrazione, migrazione e alterazione della memoria visuale, declinandosi in opere che si sviluppano in cicli distinti e sperimentano materiali e tecniche differenti con la finalità di continuare ad approfondire, e restituire al pubblico un potenziale infinito di suggestioni e rimandi iconici che affondano nelle dinamiche del tempo e della storia e spaziano in geografie anche distanti.
In questo composito atlante di immagini, i Drawings e gli Arazzi, i Mirror e il ciclo degli O, monocromi oro, i Notturni, le Girandole e i Lux Drawing mettono in evidenza la crucialità del pensiero che è retrostante al processo artistico, e riportano al centro della riflessione il principio immaginario del fare, ovvero dell’atto creativo che non si conclude con la restituzione dell’opera al mondo ma continua nella reciprocità tra questa e lo spettatore, in un farsi e disfarsi dell’immagine come dispositivo seducente.
Questi aspetti hanno spinto molti studiosi, intellettuali e critici ad occuparsi del lavoro di Donzelli nel corso degli anni, in occasioni espositive tra le quali le personali: Immaginale, Galleria Massimo Minini, Brescia e L’insieme vuoto, Marignana Arte, Venezia, entrambe nel 2022; In Nuce, Museo Civico Medievale, Bologna, per ARTCITY 2021; Metamorphosis, Villa Olmo, Como, 2021; Thresholds, MAC-Museo di Arte Contemporanea, Lissone, 2020; Diorama, Open Source First Shenzhen Biennale, Luohu Art Museum, Shenzhen, Cina, 2018; Giardini Cosmici, bipersonale con Aldo Grazzi, Palazzo Ducale, Mantova, 2017; Ad Altemps, Nazionale Romano di Palazzo Altemps, Roma, 2015; Metamorfosi, Palazzo Fortuny, Venezia, 2012.
Le collettive: un progetto politico nato da una sua idea e legato alla posizione dell’arte nei due anni della pandemia, GestoZero, itinerante al Museo Santa Giulia, Brescia, Museo del Violino, Cremona, Ex Chiesa di Santa Maria Maddalena, Bergamo, 2020-2021; Intuition, Palazzo Fortuny, Venezia, 2017 e Proportio, Palazzo Fortuny, Venezia, 2015.
L’artista ha tradotto il suo pensiero anche attraverso la docenza, insegnando per sette anni “Teoria della Percezione” e “Psicologia della Forma”, presso l’Accademia NABA di Brescia.
La riflessione teorica è stata negli anni oggetto di diverse pubblicazioni, tra le quali si ricordino: Spettacolo di Niente, 2003, Mazzotta, stampato in occasione della sua omonima mostra presso la Calcografia Nazionale di Roma; Lo Sguardo Del Disegnatore, edizioni l’Obliquo 2002; Metamorfosi, Mousse publishing 2012; Diramante, Bandecchi e Vitali Firenze 2015; La Linea Del Tutto Mousse publishing 2016.
Di lui hanno scritto, tra gli altri: Peter Assmann, Ilaria Bignotti, Bartholomew F. Bland, Paolo Bolpagni, Vito Calabretta, Daniele Capra, Luca Cerizza, Alberto Dambruoso, Daniela Ferretti, Luigi Ficacci, Angela Madesani, Massimo Minini, Mauro Panzera, Roberto Pinto, Francesco Poli, Francesco Tedeschi, Clarissa Tempestini, Valerio Terraroli, Tommaso Trini, Gabriele Salvaterra, Andrea Viliani, Mauro Zanchi.
Le opere di Maurizio Donzelli sono accolte in numerose collezioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero.
Michael Staniak è nato a Melbourne nel 1982 dove oggi vive e lavora. Ha ottenuto un BFA e un MFA presso il Victorian College of the Arts, Melbourne, così come anche un BA in Digital Media Communications presso la Middle Tennessee State University.
Staniak crea i dipinti principalmente a mano, costruisce texture con strati irregolari di gesso e poi dipinge la superficie in vari modi: i suoi dipinti hanno una strana somiglianza con le stampe digitali piatte. In effetti, bisogna vedere le opere da vicino per percepirne la trama e la profondità e, come tali, si comportano come dei trompe l’oeil contemporanei che confondono i nostri sensi. Alcuni dipinti utilizzano tuttavia metodi digitali di output e così facendo creano un dialogo tra due modi di produzione. Le sue opere esplorano una nuova estetica della pittura, influenzata dalle tecnologie digitali, inclusi touch pad, smartphone, personal computing e Internet.
Oltre all’identificazione di Staniak con un patrimonio storico-artistico che include pitture rupestri, antichi rilievi in marmo, minimalismo e drip paintings, aggiunge anche l’eredità degli artisti anni ’60 e ’70 del Sud della California delle correnti denominate Finish Fetish e Light and Space.
Staniak è stato protagonista di mostre personali presso la Galleria Eduardo Secci, Firenze (2018); Steve Turner Contemporary, Los Angeles (2017); Museo di Arte Contemporanea di St. Louis, St. Louis (2015); Galleria Annarunna, Napoli (2015); Artereal Gallery, Sydney (2014).
Tra le mostre collettive ricordiamo le esposizioni alle gallerie: Steve Turner Contemporary, Los Angeles (2018); Eduardo Secci Contemporary, Messico (2018); Homeostatis Pavilion, San Paolo, Brasile; The Journal Gallery, Brooklyn (2017); Gertrude Contemporary, Melbourne (2016); Blain Southern, Berlin (2015); The Moving Museum, Istanbul (2014); Kunsthalle Wien, Vienna (2014); Galleria Horton, New York (2013); Centro per l’arte contemporanea Northern Territory, Melbourne (2012).
Nel 2017, il Contemporary Art Museum di St. Louis ha pubblicato una monografia a dei suoi lavori, intitolata IMG_, che è stata poi riportata in numerose pubblicazioni, tra cui Artforum, Flashart Italy, Vault, Australia e Leap Beijing.
Michael Staniak è nato a Melbourne nel 1982 dove oggi vive e lavora. Ha ottenuto un BFA e un MFA presso il Victorian College of the Arts, Melbourne, così come anche un BA in Digital Media Communications presso la Middle Tennessee State University.
Staniak crea i dipinti principalmente a mano, costruisce texture con strati irregolari di gesso e poi dipinge la superficie in vari modi: i suoi dipinti hanno una strana somiglianza con le stampe digitali piatte. In effetti, bisogna vedere le opere da vicino per percepirne la trama e la profondità e, come tali, si comportano come dei trompe l’oeil contemporanei che confondono i nostri sensi. Alcuni dipinti utilizzano tuttavia metodi digitali di output e così facendo creano un dialogo tra due modi di produzione. Le sue opere esplorano una nuova estetica della pittura, influenzata dalle tecnologie digitali, inclusi touch pad, smartphone, personal computing e Internet.
Oltre all’identificazione di Staniak con un patrimonio storico-artistico che include pitture rupestri, antichi rilievi in marmo, minimalismo e drip paintings, aggiunge anche l’eredità degli artisti anni ’60 e ’70 del Sud della California delle correnti denominate Finish Fetish e Light and Space.
Staniak è stato protagonista di mostre personali presso la Galleria Eduardo Secci, Firenze (2018); Steve Turner Contemporary, Los Angeles (2017); Museo di Arte Contemporanea di St. Louis, St. Louis (2015); Galleria Annarunna, Napoli (2015); Artereal Gallery, Sydney (2014).
Tra le mostre collettive ricordiamo le esposizioni alle gallerie: Steve Turner Contemporary, Los Angeles (2018); Eduardo Secci Contemporary, Messico (2018); Homeostatis Pavilion, San Paolo, Brasile; The Journal Gallery, Brooklyn (2017); Gertrude Contemporary, Melbourne (2016); Blain Southern, Berlin (2015); The Moving Museum, Istanbul (2014); Kunsthalle Wien, Vienna (2014); Galleria Horton, New York (2013); Centro per l’arte contemporanea Northern Territory, Melbourne (2012).
Nel 2017, il Contemporary Art Museum di St. Louis ha pubblicato una monografia a dei suoi lavori, intitolata IMG_, che è stata poi riportata in numerose pubblicazioni, tra cui Artforum, Flashart Italy, Vault, Australia e Leap Beijing.
- Michael Staniak
- Maurizio Donzelli
- Levi van Veluw