Untitled Art

Secci is pleased to announce its participation at Untitled Miami, from December 6 – 10, 2023. For this year’s edition, the gallery presents a cultivated mix of artists, involved in past and new projects, including Alin Bozbiciu, Carlos Casuso, Daria Dmytrenko, Marco Eusepi, Kevin Francis Gray, Paul Jenkins, Tillman Kaiser, Radu Oreian, Concetto Pozzati, Erik Schmidt, David Schnell, Joan Witek and Stanley Whitney.
Secci is pleased to announce its participation at Untitled Miami, from December 6 – 10, 2023. For this year’s edition, the gallery presents a cultivated mix of artists, involved in past and new projects, including Alin Bozbiciu, Carlos Casuso, Daria Dmytrenko, Marco Eusepi, Kevin Francis Gray, Paul Jenkins, Tillman Kaiser, Radu Oreian, Concetto Pozzati, Erik Schmidt, David Schnell, Joan Witek and Stanley Whitney.
- InquireInstallation views, Secci, Miami, 2023. Ph Mikhail Mishin. Courtesy the Artists and Secci.
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Erik Schmidt è un pittore e artista poliedrico tedesco con sede a Berlino.
Nato a Herford nel 1968, all’età di 21 anni si trasferisce ad Amburgo, dove inizia a esplorare l’illustrazione, la pittura e la vita notturna, combinandole in una produzione creativa sovversiva.
È quando si trasferisce a Berlino per assistere l’artista visivo Piotr Nathan – dopo essersi laureato alla Hochschule für Angewandte Wissenschaften Hamburg – che sviluppa un linguaggio artistico più complesso. Nel giro di pochi anni Erik inizia a farsi conoscere in tutto il mondo ed è rappresentato da gallerie come l’attuale Carlier Gebauer e Krinzinger.
Di questo periodo (2001-2004) sono alcune delle opere esposte nella mostra curata da Pier Paolo Pancotto alla galleria Secci di Firenze, come le vedute urbane di Berlino che in qualche modo riecheggiano il puntinismo e il video “Parking” girato da Stephanie Kloss.
Questi ultimi pongono le basi per comprendere come il suo lavoro sia mutato nel corso di due decenni. Infatti, la parte principale della mostra presenta una selezione della sua serie pittorica più recente, in cui le tele sono stampate con fotografie di luoghi visitati e di persone incontrate, poi dipinte con spesse pennellate di impasto: Palm Bombs (2022 – 2023), basato su vedute dal basso verso l’alto di palme dello Sri Lanka, e scene urbane di New York (2023), che includono ritratti voyeuristici di persone che passano per strada e un paesaggio urbano.
La mostra incarna perfettamente come lo stile di Erik Schmidt si sia evoluto a un nuovo livello ed è visitabile dal 16 settembre al 4 novembre alla galleria Secci
Erik Schmidt è un pittore e artista poliedrico tedesco con sede a Berlino.
Nato a Herford nel 1968, all’età di 21 anni si trasferisce ad Amburgo, dove inizia a esplorare l’illustrazione, la pittura e la vita notturna, combinandole in una produzione creativa sovversiva.
È quando si trasferisce a Berlino per assistere l’artista visivo Piotr Nathan – dopo essersi laureato alla Hochschule für Angewandte Wissenschaften Hamburg – che sviluppa un linguaggio artistico più complesso. Nel giro di pochi anni Erik inizia a farsi conoscere in tutto il mondo ed è rappresentato da gallerie come l’attuale Carlier Gebauer e Krinzinger.
Di questo periodo (2001-2004) sono alcune delle opere esposte nella mostra curata da Pier Paolo Pancotto alla galleria Secci di Firenze, come le vedute urbane di Berlino che in qualche modo riecheggiano il puntinismo e il video “Parking” girato da Stephanie Kloss.
Questi ultimi pongono le basi per comprendere come il suo lavoro sia mutato nel corso di due decenni. Infatti, la parte principale della mostra presenta una selezione della sua serie pittorica più recente, in cui le tele sono stampate con fotografie di luoghi visitati e di persone incontrate, poi dipinte con spesse pennellate di impasto: Palm Bombs (2022 – 2023), basato su vedute dal basso verso l’alto di palme dello Sri Lanka, e scene urbane di New York (2023), che includono ritratti voyeuristici di persone che passano per strada e un paesaggio urbano.
La mostra incarna perfettamente come lo stile di Erik Schmidt si sia evoluto a un nuovo livello ed è visitabile dal 16 settembre al 4 novembre alla galleria Secci
Daria Dmytrenko (1993, Dnipropetrovsk, Ukraine) lives and works in Venice. After receiving her initial artistic training in Dnipropetrovsk, she studied painting at the National Academy of Visual Arts and Architecture in Kyiv (2012-15) and graduated from the Academy of Fine Arts in Venice in 2021. Through her painting, the artist explores the visual expression of the subconscious, using intuitive impulses as a tool to bring forth deep memories and transform them into composition. Her works have been exhibited in several shows, including Journey to the Center of the Mind, Stems (Paris, 2024), What’s Behind the Gloom, Setareh (Düsseldorf, 2023), Degree Show II, Palazzo Monti (Brescia, 2021); Extraordinario, Vulcano agenzia VEGA (Venice, 2020); 103rd Collettiva Giovani Artisti, Fondazione Bevilacqua La Masa, Galleria Piazza San Marco (Venice, 2020); Spin Off, Calle Lunga Santa Caterina (Venice, 2019); Speculum Mundi, Davide Gallo (Milan, 2018); Upon a Time, Galleria Eduardo Secci (Florence, 2022); Fluuuuuido, Cassina Projects (Milan, 2022)
Daria Dmytrenko (1993, Dnipropetrovsk, Ukraine) lives and works in Venice. After receiving her initial artistic training in Dnipropetrovsk, she studied painting at the National Academy of Visual Arts and Architecture in Kyiv (2012-15) and graduated from the Academy of Fine Arts in Venice in 2021. Through her painting, the artist explores the visual expression of the subconscious, using intuitive impulses as a tool to bring forth deep memories and transform them into composition. Her works have been exhibited in several shows, including Journey to the Center of the Mind, Stems (Paris, 2024), What’s Behind the Gloom, Setareh (Düsseldorf, 2023), Degree Show II, Palazzo Monti (Brescia, 2021); Extraordinario, Vulcano agenzia VEGA (Venice, 2020); 103rd Collettiva Giovani Artisti, Fondazione Bevilacqua La Masa, Galleria Piazza San Marco (Venice, 2020); Spin Off, Calle Lunga Santa Caterina (Venice, 2019); Speculum Mundi, Davide Gallo (Milan, 2018); Upon a Time, Galleria Eduardo Secci (Florence, 2022); Fluuuuuido, Cassina Projects (Milan, 2022)

David Schnell, nato nel 1971 a Bergisch Gladbach, in Germania, è un pittore tedesco contemporaneo di fama internazionale. Dal 1995 al 2000 ha completato gli studi alla Hochschule für Grafik und Buchkunst di Lipsia e ora è associato alla Nuova Scuola di Lipsia. In seguito è stato allievo della master class di Arno Rink dal 2000 al 2022.
Le sue opere rappresentano paesaggi colorati e geometrici, spazi composti dall’intersezione di barre colorate attraverso le quali si crea un caleidoscopio dinamico e spaziale. Le sue scelte si basano sulla rappresentazione di paesaggi di campagna e luoghi familiari, realizzati con una prospettiva dinamica ed energica, creando una natura così astratta che il suo risultato è impossibile da riconoscere.
La velocità interna delle sue opere porta a una destabilizzazione e a una discussione del tempo stesso.
Attrae lo spettatore attraverso lo spazio pittorico multicolore, dove gli elementi architettonici artificiali violano lo spazio naturale. L’artista prende in considerazione e riflette le minacce urbane nei confronti della natura, mostrando gli sviluppi incessanti della globalizzazione contemporanea.
Nel 2010 Schnell ha tenuto una mostra personale allo Stunde Kunstverein di Hannover, che ha poi esposto al Gemeentemuseum dell’Aia e al Museum zu Allerheiligen di Sciaffusa.
L’artista è stato incaricato di progettare la “Friedensfenster” (Finestra della pace) nella chiesa di San Tommaso, a Lipsia. Nel 2013 Schnell ha ricevuto una borsa di studio a Villa Massimo e nel 2016 gli è stato commissionato il progetto di una finestra della chiesa Christuskirche di Colonia.
David Schnell, nato nel 1971 a Bergisch Gladbach, in Germania, è un pittore tedesco contemporaneo di fama internazionale. Dal 1995 al 2000 ha completato gli studi alla Hochschule für Grafik und Buchkunst di Lipsia e ora è associato alla Nuova Scuola di Lipsia. In seguito è stato allievo della master class di Arno Rink dal 2000 al 2022.
Le sue opere rappresentano paesaggi colorati e geometrici, spazi composti dall’intersezione di barre colorate attraverso le quali si crea un caleidoscopio dinamico e spaziale. Le sue scelte si basano sulla rappresentazione di paesaggi di campagna e luoghi familiari, realizzati con una prospettiva dinamica ed energica, creando una natura così astratta che il suo risultato è impossibile da riconoscere.
La velocità interna delle sue opere porta a una destabilizzazione e a una discussione del tempo stesso.
Attrae lo spettatore attraverso lo spazio pittorico multicolore, dove gli elementi architettonici artificiali violano lo spazio naturale. L’artista prende in considerazione e riflette le minacce urbane nei confronti della natura, mostrando gli sviluppi incessanti della globalizzazione contemporanea.
Nel 2010 Schnell ha tenuto una mostra personale allo Stunde Kunstverein di Hannover, che ha poi esposto al Gemeentemuseum dell’Aia e al Museum zu Allerheiligen di Sciaffusa.
L’artista è stato incaricato di progettare la “Friedensfenster” (Finestra della pace) nella chiesa di San Tommaso, a Lipsia. Nel 2013 Schnell ha ricevuto una borsa di studio a Villa Massimo e nel 2016 gli è stato commissionato il progetto di una finestra della chiesa Christuskirche di Colonia.

Alin Bozbiciu is a young, talented artist representing the figurative painting of the School of Cluj in Rumania. He excels in the medium of painting in all its facets. A soft wide brush stroke and abundant use of paint are characteristic for his style. The palette roams on the spectrum of earth colors and grisaille hues with very rare color outbursts.
The artist is passionate about subjects of his own private surrounding and the representation of familiar or even related individuals. Animals, especially dogs, star in many of his paintings. The subjects are set in private, intimate poses usually alone and seemingly unobserved. Often their gaze is turned to the floor, their bodies crouched or bent which conveys a feeling of the portrayed people being abandoned or immersed in private thoughts. The dogs reinforce the intimacy of the moment and create an emotional link between the person in the picture and the viewer. After further contemplation, one sometimes spots details in the pictures that do imply the presence of others.
Bozbiciu is dedicated to his subjects in constant repetition, serial work is a main method of his oeuvre. It allows him to study his subjects in different formats and variations, eliminating the clichés of content and representation. This method forces the viewer to look closer in order to distinguish the motives. This way Bozbiciu questions and challenges our perception of images. Despite his painting being figurative it is also extremely aloof only hinting at things instead of being explicit. Much is left ambiguous and open for interpretation or associations of the viewer. His big brush strokes are a tool to convey emotions and sensuality not enunciate content. Hence his work demands to be looked at again and again in order to be seen. They reveal their chore qualities when met with devotion.
Alin Bozbiciu is a young, talented artist representing the figurative painting of the School of Cluj in Rumania. He excels in the medium of painting in all its facets. A soft wide brush stroke and abundant use of paint are characteristic for his style. The palette roams on the spectrum of earth colors and grisaille hues with very rare color outbursts.
The artist is passionate about subjects of his own private surrounding and the representation of familiar or even related individuals. Animals, especially dogs, star in many of his paintings. The subjects are set in private, intimate poses usually alone and seemingly unobserved. Often their gaze is turned to the floor, their bodies crouched or bent which conveys a feeling of the portrayed people being abandoned or immersed in private thoughts. The dogs reinforce the intimacy of the moment and create an emotional link between the person in the picture and the viewer. After further contemplation, one sometimes spots details in the pictures that do imply the presence of others.
Bozbiciu is dedicated to his subjects in constant repetition, serial work is a main method of his oeuvre. It allows him to study his subjects in different formats and variations, eliminating the clichés of content and representation. This method forces the viewer to look closer in order to distinguish the motives. This way Bozbiciu questions and challenges our perception of images. Despite his painting being figurative it is also extremely aloof only hinting at things instead of being explicit. Much is left ambiguous and open for interpretation or associations of the viewer. His big brush strokes are a tool to convey emotions and sensuality not enunciate content. Hence his work demands to be looked at again and again in order to be seen. They reveal their chore qualities when met with devotion.

Kevin Francis Gray, nato nel 1972 in Irlanda del Nord, vive e lavora tra Londra e l’Italia.
Kevin Francis Gray ha generato un corpo di lavoro che affronta la complessa relazione tra astrazione e figurazione. La sua ricerca artistica si basa sull’intersezione tra tecniche di scultura tradizionale e vita contemporanea. Anziché lavorare verso ideali di bellezza o di memoria, Gray si focalizza sugli effetti psicologici dei suoi soggetti, spesso sfruttando superfici materiche per esprimere stati mentali, posture facciali o corporee. Dopo dieci anni dedicati alla lavorazione del marmo, i nuovi lavori di Gray cercano di spingere la pratica scultorea dell’artista verso nuovi territori di espressione fisica e psicologica.
Si è laureato presso il National College of Art & Design di Dublino (1995) e presso la School of Art Institute di Chicago (1996), per poi proseguire con un Master in Belle Arti presso il Goldsmiths College di Londra. Lavora a stretto contatto con lo studio di marmo Giannoni, a Pietrasanta, noto per l’impiego di tecniche scultorie risalenti a Canova e Michelangelo. Le sue opere hanno fatto parte di mostre presso la Royal Academy, Londra, UK; il Sudeley Castle, Winchcombe, Gloucestershire, UK; il Museum of Contemporary Art della Val de- Marne, Parigi, Francia; il Nieuw Dakota, Amsterdam; il Palazzo Arti Napoli, Napoli, Italia; il Musee d’Art Moderne, Saint-Etienne, Francia; l’ARTIUM, Centro-Museo Vasco de Arte Contemporáneo, Vitoria-Gasteiz, Spagna; il Tel-Aviv Museum of Art, Tel Aviv, Israele; e l’Art Space, New York, USA.
Kevin Francis Gray, nato nel 1972 in Irlanda del Nord, vive e lavora tra Londra e l’Italia.
Kevin Francis Gray ha generato un corpo di lavoro che affronta la complessa relazione tra astrazione e figurazione. La sua ricerca artistica si basa sull’intersezione tra tecniche di scultura tradizionale e vita contemporanea. Anziché lavorare verso ideali di bellezza o di memoria, Gray si focalizza sugli effetti psicologici dei suoi soggetti, spesso sfruttando superfici materiche per esprimere stati mentali, posture facciali o corporee. Dopo dieci anni dedicati alla lavorazione del marmo, i nuovi lavori di Gray cercano di spingere la pratica scultorea dell’artista verso nuovi territori di espressione fisica e psicologica.
Si è laureato presso il National College of Art & Design di Dublino (1995) e presso la School of Art Institute di Chicago (1996), per poi proseguire con un Master in Belle Arti presso il Goldsmiths College di Londra. Lavora a stretto contatto con lo studio di marmo Giannoni, a Pietrasanta, noto per l’impiego di tecniche scultorie risalenti a Canova e Michelangelo. Le sue opere hanno fatto parte di mostre presso la Royal Academy, Londra, UK; il Sudeley Castle, Winchcombe, Gloucestershire, UK; il Museum of Contemporary Art della Val de- Marne, Parigi, Francia; il Nieuw Dakota, Amsterdam; il Palazzo Arti Napoli, Napoli, Italia; il Musee d’Art Moderne, Saint-Etienne, Francia; l’ARTIUM, Centro-Museo Vasco de Arte Contemporáneo, Vitoria-Gasteiz, Spagna; il Tel-Aviv Museum of Art, Tel Aviv, Israele; e l’Art Space, New York, USA.





- Giulio Turcato

- Erik Schmidt




