Linkiesta etc: La Figura è Risorta
Il curatore del progetto delle residenze d’artista di Palazzo Monti a Brescia, Edoardo Monti, ha selezionato sei giovani artisti internazionali per parlare di pittura e corpo. Nel voyeurismo che viviamo online c’è almeno una cosa buona: l’insaziabile abitudine di guardare immagini altrui sta promuovendo un grande ritorno dell’immagine umana dipinta (intera o in dettaglio).
Qualcosa di buono, tutto sommato, i social media hanno pur fatto. Non voglio riconoscere loro tutto il merito, ma cer – tamente hanno contribuito alla risurrezione della pittura figurativa. È infatti il corpo, oggetto-soggetto che pareva abbandonato da decenni, a tornare protagonista tra una pau – sa e l’altra dall’ormai radicata abitudine di fruire di immagini altrui, tra scroll a destra e manca, un voyeurismo fagocitante e insaziabile. La figura umana, intera o nel dettaglio, cattura immediatamente l’attenzione dei nostri occhi, evoluti nei millenni a dar priorità a tutto ciò che ricordi il corpo. Ed è proprio su questi canali che avviene la grande maggioran – za della ricerca di curatori, galleristi, collezionisti e artisti stessi; logico pensare che gli algoritmi fomentino questa cre – scente voglia di figurazione. In un vasto oceano di pittura, riusciamo a individuare alcuni fari che reggono il confronto con il passato e gettano, pennellata dopo pennellata, solidi basi per il futuro. Si pensi a Sahara Longe (Londra, 1994), che, popolando le sue tele con persone nere, riesamina le gerarchie visive e le tradizioni storiche dell’arte nel contesto di rielaborazioni contemporanee di dipinti antichi. Delphine Hennelly (Montreal, 1979) concentra la sua produzione sul rapporto madre-figlio, esplorato attraverso la lente dell’e – spressione gestuale, del linguaggio del corpo come canale di espressione dei sentimenti. Oxana Tregubova (Russia, 1990) dà origine a forme e figure che lentamente entrano in scena, addomesticano una natura che poco a poco si ritirare, per – de la forza espressiva e catastrofica, diventa docile sotto il passo dell’uomo. Maria Fragoso (Messico, 1995) attinge dallo stile e dalle narrazioni dei surrealisti messicani, celebrando la sua cultura e affrontando il concetto di genere e identità queer. Con Daria Dmitrenko (Ucraina, 1993) veniamo ca – tapultati all’interno di una lotta che origina nel subconscio dell’artista e si manifesta sulla tela che viene girata e ca – povolta, le forme mutano in continuazione, i colori precari rischiano di essere stravolti. La tela è in costante evoluzione, come le creature che la popolano: emozioni, ricordi, sogni e incubi a cui vengono donati un volto, delle membra. Conclu – diamo con Danilo Stojanović (Croazia, 1989), la cui poesia pittorica è ricca di dicotomie e dà vita a entità straordinarie col potere di rendere superfluo il rigore prospettico, in una dimensione dove la composizione spaziale si basa intera – mente sul posizionamento e sul rapporto tra esse.